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Umberto Vanguardia era nato a Napoli il 19 maggio 1879: studente ginnasiale, quindicenne, iscritto al Fascio dei lavoratori, sognava di diventare un "santissimo Caserio" per assassinare l'allora presidente del Consiglio dei Ministri, Francesco Crispi. Arrestato nel 1898 per aver partecipato ai moti napoletani, è assegnato al domicilio coatto nell'isola di Ischia. All'interno del movimento anarchico, Umberto Vanguardia si attesta su posizioni unitarie e lavora per rafforzare il sindacalismo di base di matrice libertaria, organizzando, tra l'altro, lo sciopero generale del 1904. Tra i principali animatori della campagna per strappare l'educatore spagnolo Francisco Ferrer alla fucilazione, subisce una condanna a quattro anni di detenzione per un attentato dimostrativo in una chiesa. Cura la pubblicazione di vari organi di stampa, come Sorgete, Sorgiamo!, I Ribelli, I Picconieri ed altri. Eletto segretario della Lega dei lavoranti panettieri partecipa al biennio rosso, proclamando due decisivi scioperi della categoria. L'avvento del fascismo lo trova convinto e coraggioso oppositore: nel novembre 1926 viene assegnato per quattro anni al confino a Pantelleria, poi è trasferito ad Ustica, dove viene arrestato per "attentato alla sicurezza dello Stato", e nel 1929 è confinato nell'isola di Ponza. Prosciolto nel febbraio 1930, rientra a Napoli, dove muore il 28 dicembre 1931. Questo studio recupera ed offre anche una serie di interessanti articoli pubblicati da Vanguardia su vari periodici e giornali.